mercoledì 7 dicembre 2011

mercoledì 30 novembre 2011

Bête comme un peintre



In questa esilarante satira del sistema dell'arte, Paul McCarthy fa tutto quello che non si deve fare. E lo fa male. In preda a ossessioni sessuali e scatologiche invoca il fantasma di DeKooning (ma il suo vero obiettivo è di irridere la Legge del Padre, qui incarnata dal machismo degli espressionisti astratti) e ci racconta che, se si va a grattare sotto la scorza dura dell'idealismo trascendentale, la pittura in fondo è solo un modo, socialmente accettato,di sporcare una superficie. qui per la versione integrale.

domenica 27 novembre 2011

Il falso realismo del porno


Tra tutte le merci spettacolari, il porno è una di quelle con il più alto potenziale di proliferazione. Apparentemente esso è totalmente schiacciato sull'esistente, senza filtri né mediazioni. Essendo una telecamera e due corpi condizione minima e sufficiente per la sua realizzazione, vi sono potenzialmente tanti film porno quante sono le persone che vogliono farne uno.
In realtà è proprio l'estrema stereotipia a permettere questa proliferazione: non esiste forse genere cinematografico più codificato del porno, e la sua frammentazione in infiniti sotto-generi è una prova di questa codificazione.


Gli attori si identificano a tal punto con l'azione che compiono- azione di cui si filma sempre solo l'esterno e mai l'interno- che il porno non ha nemmeno più tanto a che vedere con i corpi, ma con oggetti parziali che svolgono un lavoro e assolvono a una funzione.
In questo senso, piuttosto che ricollegarsi ad utopie sociali libertarie, il porno è un aspetto della parcellizzazione taylorista, e dietro di esso aleggia sempre l'oppressione meccanica della catena di montaggio.


La valenza ipnotica dei prolungati primi piani della penetrazione ha il preciso obiettivo di manifestare questa scissione, perfettamente riuscita, tra l'azione e la persona che la compie.
Da questo punto di vista l'attore porno è l'epitome dell'uomo-macchina.


In questo sesso-vetrina, l'altro è presente solo come strumento. Ma vi è sempre un terzo incomodo, dal momento che le posizioni dei due attori sono riferite sempre in base a quella di un altro fantasmatico (l'occhio della telecamera). In questo senso la natura improbabile di alcune pose nasconde una giustificazione meramente televisiva, e più che al corpo dell'altro gli attori pensano al modo corretto di giustificare la loro presenza in funzione del centro ideale della rappresentazione: il falso realismo del porno è una messa in scena per un pubblico che non esiste.


E poi, finalmente, come conclusione di tutta questa grande fatica, ecco il gran finale, in cui l'ingresso dello sperma nella cavità orale simula l'altro ingresso (quello interno, e in quanto tale non filmabile), rendendone manifesta la natura di surrogato . Inoltre, sancendo in questo modo la netta separazione dei due attori, rivela l'unica verità -che è poi l'unico grande trionfo- del porno:


ognuno gode da sé.

lunedì 14 novembre 2011

venerdì 11 novembre 2011

Griglie


"È per questo che mi sono messo a giocare a scacchi...Li ho presi seriamente e mi sono piaciuti molto perché ho trovato dei punti in comune tra la pittura e gli scacchi. Infatti, quando si gioca una partita a scacchi è come se si disegnasse qualcosa o come se si costruisse la meccanica di un qualche cosa che farà vincere o perdere. l'aspetto competitivo non conta, ma il fatto in sé è molto, molto plastico ed è questo probabilmente che mi ha attratto del gioco."            

Marcel Duchamp

Gli scacchi diventerebbero quindi una sorta di metafora della pittura modernista, dal momento che condividono con questa la stessa concezione spaziale basata su una griglia bidimensionale.

Non  so perché, ma io quando penso al postmoderno mi viene sempre in mente Space Invaders:

giovedì 10 novembre 2011

stanotte ho fatto un incubo. mi sono svegliato gridando come non mi succedeva da anni. allora mi sono alzato e ho fatto un giretto per casa così, tanto per controllare, che non si sa mai. ho guardato fuori dalla finestra e c'era la luna nuova.

No aspetta...vuoi vedere che stavo ancora sognando?

allora bisogna festeggiare:

mercoledì 24 agosto 2011